Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi
Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi
Il candido marmo della facciata della chiesa di Santa Croce si staglia sul cielo blu. Sarà una sorpresa trovarsi davanti a un edificio tanto maestoso, venendo dal garbuglio di vicoli stretti e tortuosi oltre la piazza di San Firenze. A lato della chiesa, Dante, attento guardiano oramai da più di cento anni. Entrando, incontreremo monumenti dedicati a eroi, come Francesco Nori, che sacrificò la sua vita per salvare Lorenzo il Magnifico, in quel sanguinoso 26 aprile 1478…; le vestigia di scienziati, come Galileo; di artisti, come Michelangelo; di poeti, come Alfieri… Ci immergeremo nella spiritualità francescana, immaginando la chiesa e la piazza nel Trecento e nei secoli a seguire, gremite di persone, in ascolto delle prediche. Dopo le prediche, qualche uomo di chiesa, non del popolo perché la gente del popolo a certi misteri non poteva accedere, si sarà immerso in meditazione guardando gli affreschi di Giotto. Qualcun altro avrà varcato la soglia della cappella dei Baroncelli passando in mezzo all’Annuncio dell’ Angelo a Maria, ai lati dell’arco di ingresso. Dal lato opposto, qualcun sarà stato all’improvviso illuminato dalla profondità della Parola, immediata, chiara e comprensibile, come traspare dall’ umana sofferenza del Cristo contadino.
Per saperne di più…
La Piazza Santa Croce è molto amata dai fiorentini, non fosse altro che per il fatto che è stata teatro di due avvenimenti che hanno segnato la storia di Firenze. Il primo, il calcio storico, la cui prima partita fu giocata proprio in Piazza Santa Croce il 24 giugno 1529. Firenze era sotto assedio. Le truppe imperiali la circondavano da mesi oramai. Esse appoggiavano i Medici, che, esiliati oramai da diversi anni, bramavano di prendere il potere e di affermarsi come Duchi della città. I fiorentini erano provati, ma non volevano mostrare segni di cedimento, anzi. Fu per questo che decisero di iniziare una partita di calcio, in Piazza Santa Croce, luogo che i soldati avrebbero potuto ben osservare dalle colline circostanti. Ancora oggi, ogni 24 giugno, giorno del patrono, San Giovanni Battista, in piazza Santa Croce, si gioca il calcio storico. Il secondo avvenimento è l’alluvione del 4 novembre 1966, che ha riguardato tutta la città, ovviamente, ma Piazza Santa Croce, data la propria vicinanza al fiume è stata la prima ad essere colpita. Le opere conservate nella Basilica sono state molto danneggiate, primo fra tutte, il crocifisso di Cimabue, che, restaurato con tecniche per il tempo moderne e innovative, divenne il simbolo di quanto accaduto. Dopo aver osservato la Piazza e raccontato queste ed altre storie, potremo visitare la Basilica, dove riposano i grandi dell’umanità: Michelangelo, Galileo, Machiavelli, Alfieri. Dopo esserci soffermati a ricordare questi grandi, ci dirigeremo verso l’altare per avvicinarci alle Cappelle Bardi e Peruzzi, affrescate da Giotto. In Sagrestia, avremo modo di osservare da vicino l’alluvionato e restaurato Crocifisso di Cimabue, per poi dirigerci nei Chiostri, nel Museo e nella Cappella Pazzi, mai portata a termine e forse per questo ricca di fascino misterioso.