Chissà quante volte sarete passati da Santa Felicita. È la prima chiesetta che si incontra passando il Ponte Vecchio, sulla sinistra. Magari l’avete trovata chiusa o, magari, qualche volta sarete entrati soffermandovi davanti alla Cappella Barbadori Capponi interamente decorata dal Pontormo con il suo allievo, Bronzino. Già…una delle meraviglie del Cinquecento fiorentino.
Forse però non sapete che la chiesa è scrigno di innumerevoli tesori e passaggi segreti, che, da poco, grazie al lavoro indefesso di alcuni parrocchiani, sono ritornati visibili. Ad esempio, passando attraverso il cortile sulla destra della chiesa dove sono i resti delle lapidi antichissime, qui ritrovati dopo una campagna di scavi, si entra nell’antico Chiostro, un’oasi di pace nella confusione cittadina. Da qui,si procede nella sala del Capitolo e poi nella Sagrestia, dove sono opere di grande valore, anche se l’aspetto che più mi colpisce ogni volta è vedere l’edera che da una finestrina della sagrestia cerca di entrare in chiesa da uno dei giardini circostanti.
Si continua nel transetto per poi salire, attraverso una porticina, lassù in alto sulla navata, dove un tempo erano i matronei. Percorrendo tutta la navata dall’alto, oltre ad una splendida vista sulla costa San Giorgio, si incontrano oggetti appartenuti alla storia della chiesa e del monastero che di questa l’era attiguo: calici eucaristici, con il porta calice, curiosissimo! Non l’avevo mai visto, libri mi iati ma sopratutto bellissime stoffe e tessuti che escono ciò che resta degli abiti che le fanciulle regalavano alle religiose come foto. E poi, la sorpresa finale: da una porticina sulla sinistra si entra in quella che era la balconata a cui i Medici accedevano dal Corridoio Vasariano per assistere alla Messa. Una meraviglia, la vista insolita sulla chiesa e una meraviglia avere la suggestione di essere là dove solo i duchi potevano.
La visita può continuare nella Chiesa di San Giorgio alla Costa, in Costa San Giorgio, chiusa per molto tempo, ma riaperta dalle cure degli stessi parrocchiani, uno scrigno d’arte e di storia a due passi da Santa Felicità ma fuori dai percorsi consueti.