Chi Sono
IL MIO NOME, FIAMMETTA
Mi chiamo Fiammetta.
Un nome tipicamente fiorentino, anche se io non sono propriamente fiorentina: sono nata a Chivasso, in Piemonte, da genitori toscani e cresciuta a Pontassieve, una ridente cittadina a sud di Firenze.
Madonna Fiammetta era l’amata di Giovanni Boccaccio, uno dei grandi poeti che ha contribuito alla nascita della lingua italiana. Rispetto alle altre due donne, ispiratrici dei componimenti agli albori della letteratura italiana, la Beatrice di Dante e la Laura di Petrarca, la Fiammetta di Boccaccio era la più “terrena”.
Fiammetta rappresentava l’amore e la passione che ardono e bruciano.
Ecco.
Io terrena sono poco, seppur anche io abbia una passione che arde.
LA MIA PASSIONE PER L’ARTE E PER FIRENZE
La mia passione, che più brucia, più si alimenta, proprio come una fiamma è quella per l’arte, dalla più antica alla più contemporanea, ma in particolare per quella toscana e fiorentina. È una fiamma che mi fa sentire viva e che mi fa arrivare a sera felice.
LA MIA FORMAZIONE
Per conoscere e approfondire la storia dell’arte sono diventata una storica dell’arte.
Ho studiato all’Università di Firenze e mi sono laureata in Storia dell’Arte Moderna. Poi, anni dopo, nella stessa materia, mi sono Specializzata, sempre presso l’Ateneo fiorentino.
Dopo la laurea, per capire che cosa avrei potuto fare dei miei lunghi e approfonditi studi, sono partita per Trento, in un gelido inverno, dove ho frequentato un Master in Management dei Beni Culturali, incentrato sul caso – studio del MART di Rovereto, uno dei più moderni e innovativi musei di arte moderna e contemporanea.
LA SEZIONE DIDATTICA DELLE GALLERIE DEGLI UFFIZI
Sono poi rientrata a Firenze, dove ho svolto un tirocinio formativo la Sezione Didattica delle Gallerie degli Uffizi, che si occupa di ideare, progettare e realizzare visite guidate al patrimonio storico artistico delle Gallerie rivolte a tutte le tipologie di pubblico, dai bambini, agli adulti, alle persone portatrici di disabilità.
Qui, ho appreso che l’esperienza museale deve essere istruttiva ma piacevole. Rigorosa, ma emozionante. Erudita, ma partecipata.
Alla fine di una visita guidata, l’importante è pensare che è durata troppo poco e aver voglia di tornare.
L’ABILITAZIONE A GUIDA TURISTICA DI FIRENZE E PROVINCIA NELLE LINGUE DI INGLESE E FRANCESE
Dopo gli studi a Trento e l’esperienza agli Uffizi, ho capito che se l’arte è la mia passione, il mio lavoro è spiegarne i significati, divulgarne i contenuti e condividerne la bellezza.
Per poterlo fare, mi sono dunque abilitata alla professione di Guida Turistica per Firenze e provincia, nelle lingue inglese e francese.
Ho continuato la mia collaborazione con la Sezione Didattica delle Gallerie degli Uffizi, ma. parallelamente, ho esercitato la mia attività, anche al di fuori, proponendo a pubblici diversi percorsi storico – artistici a Firenze e non solo.
Ma non so se mi definirei proprio “Guida turistica”.
Innanzitutto, non sono solo i turisti coloro a cui mi rivolgo.
Ma anche ai miei concittadini fiorentini, grandi e piccini, che varie volte ho riscontrato ansiosi e curiosi di conoscere quel patrimonio che a loro appartiene.
E poi, non voglio GUIDARE nessuno.
Caso mai, ACCOMPAGNARE, RACCONTARE (senza tediare) e anche ASCOLTARE.
Le opere d’arte parlano da sole.
Non c’è bisogno della GUIDA.
Caso mai, di qualcuno che, discretamente, possa indicarci la via per accedere a quel tessuto di significati che un’opera porta sempre con sé.
Ecco, io mi sentirei di essere proprio quel qualcuno, per chi vorrà lasciarsi accompagnare, farsi raccontare, ma anche lasciarsi ascoltare.
IO, OGGI…
Oggi, propongo visite guidate attraverso il patrimonio storico artistico di Firenze e non solo.
Prosegue la mia collaborazione con le Gallerie degli Uffizi per visite guidate ad ospiti di riguardo, sui quali devo sempre tenere la massima riservatezza.
Mi piace scoprire e far scoprire luoghi insoliti, anche fuori dai soliti itinerari turistici.
Mi piace raccontare la cultura della mia città, anche attraverso indimenticabili pagine di autori che, prima e meglio di me, lo hanno fatto nei loro testi.
Mi piace ricordare o dedicare visite guidate a uomini e donne importanti che sono nati e vissuti a Firenze e che ne hanno diffuso nel mondo l’arte e la cultura.
Amo far assaporare la città, perché la cultura passa anche attraverso il cibo, proponendo tour gastronomici adatti ad ogni esigenza. Mi piace raccontare la storia dei piatti di tradizione fiorentina e, all’occorrenza, anche dare qualche ricetta!
Adoro rivolgermi ai bambini, organizzando visite guidate specifiche per loro. I bambini sono i miei interlocutori preferiti, ma anche i più esigenti, arguti e impegnativi.
Molto spesso mi hanno fatto notare dettagli su cui non mi ero soffermata prima. Amo il loro stupore, la loro curiosità e le loro domande.
Sono docente presso le Università dell’Età Libera di Firenze, Sesto Fiorentino e Scandicci, presso le quali tengo corsi di storia, storia dell’arte e cultura fiorentina.
Laureata e specializzata sull’arte del secolo scorso, continuo a fare ricerca e ad approfondire questi argomenti, dedicandomi alla curatela di mostre o pubblicando articoli su riviste di settore.
LA tartaruga di Slow Art in Florence
Come simbolo per il mio progetto ho scelto una tartaruga. Vi chiederete che cosa l’arte e Firenze possano avere a che fare con una tartaruga. In realtà, moltissimo: la tartaruga era l’impresa, ovvero il simbolo personale, di Cosimo I dei Medici, Duca di Firenze e Granduca di Toscana.
La tartaruga è rappresentata tantissime volte in città: in pittura, sulle pareti di Palazzo della Signoria; in marmo, nel giardino di Boboli, come statua per una buffa fontana che porta sul dorso il nano Morgante, giullare, amico e consigliere di Cosimo I dei Medici; e in bronzo, come supporto per gli obelischi al centro dell’anfiteatro del giardino di Boboli o nella piazza di Santa Maria Novella.
In alcuni casi, la tartaruga di Cosimo I de’Medici ha sul proprio dorso una vela spinta dal vento, a rappresentare la buona sorte, e un’iscrizione “Festina Lente”, ovvero, “affrettati lentamente”. Cosimo proprio così voleva essere e agire: coriaceo, duro e determinato come una tartaruga, voleva raggiungere i propri obiettivi, seppur senza fretta, che, alle volte, può essere anche cattiva consigliera.
Ecco, il simbolo della tartaruga, l’ho sempre sentito un pò mio. Così, vorrei che le persone che accompagno vivessero Firenze: lentamente, con calma e con piacevolezza. Ma allo stesso tempo, godendo profondamente di tutti quei dettagli che permettono loro di entrare nello spirito vivo della nostra cultura, della nostra arte e delle nostre tradizioni.